Ancora una volta la mia KTM ha riportato il sorriso sulla bocca di qualcuno.
Alcuni giorni fa, nella mia amata Pontinvrea, stava per compiersi una grande tragedia. Come spesso accade, un anziano signore che ha passato la vita nei boschi, decide di fare un giro per i sentieri che tante volte ha percorso, in cerca di funghi, ma la salute non è più quella di una volta e, soprattutto, non lo è più la memoria, cosicché questo simpatico nonnino perde irrimediabilmente l’orientamento venendo sopraffatto dal buio, stanchezza e sconforto, non lontano dalla via del ritorno, che proprio pare non volersi fare trovare.
Quando i familiari danno l’allarme, i soccorsi partono prontamente. I volontari affiancano le forze dell’ordine con i Defender e perlustrano come possono il bosco, ma l’appenino ligure è scosceso, la macchia mediterranea è fitta ed arrivare ovunque a piedi e con i fuoristrada non è davvero possibile.
I tanti volontari e forze dell’ordine, più di duecento che in questo nostro Paese sono sempre presenti e danno anima e corpo per aiutare il prossimo, iniziano a disperare, dopo otto ore di lavoro non lo avevano ancora trovato, poi uno di loro ha una idea ”Chiediamo a Vanni: lui conosce molto bene i boschi, ma soprattutto, lui con la sua moto può volare nei boschi più velocemente di tutti noi”.
Ricevo la telefonata alle 23:30 e, tempo di infilare gli stivali e saltare in sella alla mia KTM da enduro, in men che non si dica, ero pronto. In pochi minuti ho raggiunto il coordinamento delle ricerche dove mi è stato fornito un gps: poche decine di secondi per metterlo al polso ed ascoltare quali zone erano già state perlustrate e via…full gas!
Tante volte avevo percorso quei boschi in meravigliose giornate di free ride con la testa sgombra e la gioia nel cuore. Quella sera, la testa non era sgombra, un unico pensiero, dovevo trovare quel povero vecchietto che era solo, al freddo e al buio. Con la mia moto sfrecciavo, certo che se fosse stato nelle vicinanze avrebbe sentito il rombo del motore e poi quando mi trovavo dove avrei potuto agevolmente sentirlo mi fermavo.
Il buio ed il silenzio della notte mi avvolgevano, gridavo il suo nome, attendevo con ansia una sua risposta, poi riaccendevo al volo il motore e ripartivo. In pochissimo tempo ho percorso quasi 100 km, con il cuore in gola e l’ossessione di volerlo trovare vivo ed in salute, fino a che l’ennesima volta in cui spegnevo la moto, l’ennesima volta in cui a gran voce, nel silenzio, ho gridato il suo nome, una voce flebile ed affaticata mi ha risposto in dialetto dal bosco… “Sono qui”…..ed in un attimo ho mandato la posizione per il recupero.
I vigili del fuoco sono rimasti a bocca aperta per l’agilità e l’utilità che ha la moto in questi casi. Veloce, sicura e inarrestabile!!!
Grazie mia bella KTM, mi hai regalato l’ennesima incredibile emozione.
P.S. Carabinieri e Vigili del fuoco sono angeli scesi in terra!!! Grazie!!!