La Spezia: è un giorno come ogni altro. Sono stato invitato al trofeo Enduro da KTM, una semplice gara che finirò facilmente, penso.
Parto il giorno prima della competizione, so che al raduno ci saranno molte persone e che, come me, ognuno ha la passione per le KTM. Arrivo nel tardo pomeriggio e alla sera parteciperò ad una grigliata con tutto il team KTM e gli altri concorrenti (una grande famiglia). Mangiamo tutti assieme, mega grigliata e dopo andiamo a dormire. Al mattino mi sveglio presto, prestissimo, e vado subito a prendere la mia moto, mamma mia che fatica alzarsi all’alba. Rispetto agli altri sono molto disorganizzato, non ho portato niente (para mani, orologio, marsupio con attrezzi) e, pensandoci, non so nemmeno in cosa consiste la gara. Mi faccio spiegare, rimango sorpreso dalle parole che sento: CO 1 … CO 2 … PS1 ….PS2 … Linea ecc.. Grazie alla pazienza di Gio’ Sala inizio a capire come gira l’Enduro. Scopro che questa gara durerà 6 ore e si svolgerà in sentieri davvero accidentati, mulattiere, fiumi e rocce. Guardandomi intorno vedo che sono l’unico preoccupato. Alle 9 del mattino siamo già tutti nei boschi, boschi che sembra stiano prendendo forma dalle parole di uno scrittore. Sono quei boschi da fiaba, nebbiosi, pieni di alberi muschiosi e con gli animali selvaggi che ti corrono accanto. Quasi colpisco un cinghiale ma fortunatamente riesco a schivarlo. Se ho bisogno di aiuto so che posso contare sugli altri concorrenti, so che, anche se non ci conosciamo, siamo tutti uniti. Questo passaggio tra la natura sembra infinito, le varietà di alberi cambiano in continuazione, ma la fatica rimane uguale.
Usciti dal bosco ci troviamo davanti a immense salite e a rocce affilate, la nebbia aleggia sempre leggera, sembra quasi ci voglia accompagnare nella nostra avventura.
Con le nostre moto facciamo molta fatica a passarle, le rocce deviano il nostro sentiero, la salita ci fa sentire a pieno la fatica e il tipo di terreno non agevola il nostro passaggio. La pioggia torrenziale rende pietre e radici scivolose come sapone, si sta difficilmente in piedi anche solo per camminare.
Siamo quasi al traguardo, mancano ancora poche salite e sarà tutto finito.
Finalmente vedo l’arrivo, sembra quasi un miraggio, tutti ci sentiamo sollevati, il rumore dei motori che ci ha seguito per tutto il viaggio svanirà a breve.
Arriviamo. Sono distrutto e infreddolito, le mie braccia chiedono pietà, per tirarmi su vado a bere qualche birra ghiacciata con il team KTM.
Stupito guardo i tempi e vedo che sono andato molto bene, anche se non ero in classifica ho chiuso diciottesimo assoluto su 240 moto. WOW!!!
E’ stata un’esperienza davvero dura, ma sono felice di avercela fatta.
Grazie a tutto lo Staff KTM per l’aiuto!!!!!